Articolo di Adam Chacksfield

Questo interessante articolo di Adam Chacksfield porta l’attenzione sull’importanza di dare voce a ciò che vogliamo davvero realizzare nella vita. Per farlo, è necessario ascoltarci in quegli spazi vuoti e senza un fare che spesso vengono invece condannati come pigrizia.

 "Onorare la nostra pigrizia"  di Adam Chacksfield

La maggior parte di noi normalmente si vergogna o ha un atteggiamento di intolleranza nei confronti della propria pigrizia. Siamo convinti che dovremmo occuparci dei nostri lavori anche quando non sentiamo energia per farlo. E così ci spingiamo oltre, trascinando il sistema corpo-mente attraverso le varie occupazioni… oppure ci ritroviamo a evitarle distraendoci e temporeggiando, aggiungendo intorpidimento e dimenticanze varie. Dopo simili episodi di elusione, spesso ci vergogniamo per aver avere assecondato la nostra pigrizia e ci ripromettiamo di essere più decisi con noi stessi per la volta successiva.

E se invece onorassimo la nostra pigrizia? E se ascoltassimo davvero l’assenza di energia per un lavoro senza condannarla subito come un vizio o un difetto? E se interrompessimo il ciclo del nostro fare compulsivo e del fare elusivo per chiederci che cosa in realtà è vero per noi?

Avendo imparato a definire noi stessi sostanzialmente tramite cosa facciamo (è così tipica la domanda “che cosa fai?”), non dovremmo sorprenderci di trovare una scomoda impazienza nel non fare. Dopo tutto, chi siamo se non facciamo niente? Un nessuno? Un niente?

Se riuscissimo ad inchinarci così alla nostra pigrizia, potremmo essere benedetti dall’opportunità di scoprire chi siamo prima del nostro fare. Potremmo addirittura realizzare che è possibile stare qui senza la necessità di fare cose per creare e affermare un’identità.

Nel momento in cui la maggioranza delle nostre azioni è derivata dal forzarci ad andare avanti, è facile immaginare che renderci conto che non abbiamo necessità di fare alcunché potrebbe indurci a non fare niente. Eppure c’è una diversa fonte di attività che non richiede auto-bullismo. È alimentata da un’ispirazione che emerge spontaneamente, invece che dalla paura. Come quando giochiamo a tennis per la gioia di farlo e non per la paura che altrimenti non saremo in buona salute.

Quando ci sintonizziamo con la provenienza della nostra azione, iniziamo a percepire come siamo stati chiamati a muoverci. Notiamo quando c’è energia in abbondanza per il nostro agire perché è allineata con ciò che interessa al cuore. E diventiamo sensibili al contrasto che c’è quando invece l’energia per l’agire è stata costruita da pensieri che intervengono sulla necessità di realizzare delle cose e non essere pigri. 

Così come il nutrirci accade come una naturale risposta alla fame, quando ci diamo il totale permesso di essere pigri, tutte le azioni che nutrono veramente possono accadere senza la necessità di colpevolizzarci ulteriormente.

 

Link all'articolo originale: http://www.adamchacksfield.com/honoring-our-laziness/